Perderti

Perderti
sarà come vederti salpare
in una calma notte di primavera
dove si sente il fiorire lontano
con il sapore già maturo di ciliege

sarà come donarti
a cestini intrecciati
dove si prepara il raccolto
diffondendo cantilene.

Perderti
sarà come scoprirti
sulla battigia degli abissi
dove il passato sommerge
per farti affiorare tra i silenzi

sarà come ritrovarti
sotto le orme spazzate
in una conchiglia
che narra la sua unicissima storia.

¬ Anna A Sulgreto ¬

Dickinson – 628

They called me to the Window, for
” ‘Twas Sunset” – Some one said –
I only saw a Sapphire Farm –
And just a Single Herd –

Of Opal Cattle – feeding far
Upon so vain a Hill –
As even while I looked – dissolved –
Nor Cattle were – nor Soil –

But in their Room – a Sea – displayed –
And Ships – of such a size
As Crew of Mountains – could afford –
And Decks – to seat the Skies –

This – too – the Showman rubbed away –
And when I looked again –
Nor Farm – nor Opal Herd – was there –
Nor Mediterranean –


Mi chiamarono alla Finestra, perché
“È il Tramonto” – Qualcuno disse –
Io vidi solo una Fattoria di Zaffiro –
E appena un Singolo Gregge –

Di Bestiame d’Opale – che brucava lontano
Su una così inconsistente Collina –
Che già mentre la guardavo – si dissolse –
Né Bestiame c’era – né Terreno –

Ma al loro Posto – un Mare – si dispiegò –
E Navi – di tale grandezza
Che una Ciurma di Montagne – si potevano permettere –
E Ponti – da sistemarci i Cieli –

Questo – pure – L’Impresario spazzò via –
E quando guardai di nuovo –
Né Fattoria – né Gregge d’Opale – c’era là –
Né Mediterraneo –

EMILY DICKINSON – POEMS, 628


I quote this poem with a special thought for a dear, crazy and truly gifted friend of mine who reminded me an interesting analogy with Montale’s poem:


Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore da ubriaco.

Poi, come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi, case, colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.


EUGENIO MONTALE – OSSI DI SEPPIA 

Dickinson – 335

‘Tis not that Dying hurts us so –
‘Tis Living – hurts us more –
But Dying – is a different way –
A kind behind the Door –

The Southern Custom – of the Bird –
That ere the Frosts are due –
Accepts a better Latitude –
We – are the Birds – that stay.

The Shiverers round Farmer’s doors –
For whose reluctant Crumb –
We stipulate – till pitying Snows
Persuade our Feathers Home.


Non è che il Morire ci faccia così male –
È il Vivere – che ci fa più male –
Ma il Morire – è un modo diverso –
Una specie dietro la Porta –

L’Abitudine al Sud – dell’Uccello –
Che prima che il Gelo sia arrivato –
Preferisce una Latitudine migliore –
Noi – siamo gli Uccelli – che restano.

Tremanti giriamo intorno alle porte del Contadino –
Per la cui riluttante Briciola –
Mercanteggiamo – finché la pietosa Neve
Persuade le nostre Piume verso Casa.

EMILY DICKINSON – POEMS, 335

Beato te

Beato te
che la Natura
ha fatto senza memoria.

Beato te
che non lasci nulla
né chiedi di essere sentito.

Beato te
che nasci estraniato – da ogni pensiero –
e muori fiorendo.

Eppure, nel dolore
ritorni, e consoli
anche ciò che è sorpassato per sempre.

¬ Anna A Sulgreto ¬

Etty – 7 Luglio 1942

Giovedi mattina, le nove e mezzo. E parole come Dio e Morte e Dolore e Eternità si devono dimenticare di nuovo. Si deve diventare un’altra volta così semplici e senza parole come il grano che cresce, o la pioggia che cade. Si deve semplicemente essere.

Venerdi mattina. […] Quel che conta in definitiva è come si porta, sopporta, e risolve il dolore, e se si riesce a mantenere intatto un pezzetto della propria anima.

Etty Hillesum – Diario 1941-1943 (Traduzione di C. Passanti)

Oggi sono righe inclinate

Oggi sono righe inclinate
quelle dove ti osservo
gesti di te che scivolano
insieme alle tue parole
pesate
le scorto tra le linee del tempo
con lo sguardo verso l’alto
dove si incontrano
presagi ad attenderti.
In quel cielo sospeso
l’allodola
si avvinghia al filo
e con un battito d’ali
mi restituisce con grazia
la tua leggerezza.

¬ Anna A Sulgreto ¬

Etty – 3 Luglio 1942

Non sono più scoraggiata, mi sento più forte. Si diventa più forti se si impara a conoscere e ad accettare le proprie forze e le proprie insufficienze. E’ tutto così semplice e sempre più evidente per me, vorrei vivere abbastanza a lungo per farlo capire anche agli altri. E ora, per davvero, buona notte.

Sabato mattina, le nove
[…]
Allora ho pensato – o piuttosto, in qualche modo ‘ho sentito’ – che gli uomini si sono stancati e si sono rotti i piedi su questa terra di Dio per secoli e secoli, nel freddo e nel caldo, che anche questo fa parte della vita. Un barlume d’eternità filtra sempre più nelle mie più piccole azioni e percezioni quotidiane. Io non sono sola nella mia stanchezza, malattia, tristezza o paura, ma sono insieme con milioni di persone, di tanti secoli: anche questo fa parte della vita che è pur bella e ricca di significato nella sua assurdità, se vi si fa posto per tutto e se la si sente come un’unità indivisibile. Così, in un modo o nell’altro, la vita diventa un insieme compiuto; ma si fa veramente assurda non appena se ne accetta o rifiuta una parte a piacere, proprio perché essa perde allora la sua globalità e diventa tutta quanta arbitraria.

Etty Hillesum – Diario 1941-1943 (Traduzione di C. Passanti)

Come ti ho attesa oggi

Come ti ho attesa oggi
non ti ho aspettata mai
sprofondando
sotto le foglie fradice dei faggi
in un tempestoso congedo da te
mi ha accolto il bosco
le loro serafiche cortecce
come fili resi trama dalla terra
erano chine sul mio capo
come una carezza
così l’ho rivista
la tua presenza
era ancora lì
fuori dal bosco
seduta accanto a me
dondolando
sulla veranda dell’infanzia
e sospendeva con cura
in anelli concentrici
i ricordi delle nostre vite.

¬ Anna A Sulgreto ¬

Dickinson – 543

I fear a Man of frugal Speech –
I fear a Silent Man –
Haranguer – I can overtake –
Or Babbler – entertain-

But He who weigheth – While the Rest
Expend their furthest pound –
Of this Man – I am wary –
I fear thet He is Grand –


Temo un Uomo dall’Eloquio frugale –
temo un Uomo Silenzioso –
l’Arringatore – lo posso sovrastare –
il Chiaccerone – intrattenere –

Ma Colui che pondera – Mentre gli Altri –
Spendono l’ultima lira –
Di quest’Uomo – diffido –
Temo che egli sia Grande

EMILY DICKINSON – POEMS, 543

Naufrago

Naufrago
in questo privilegio
che è la mia solitudine
osservo da lontano
la risacca sulla mia vita
nel silenzio dei tigli
impollinati dall’ultima luce del giorno
torna il tocco delle tue dita
una risposta viva
tra i miei capelli
sono ancora fuga e ritorno.

¬ Anna A Sulgreto ¬