Category: Citazioni

Etty – 12 Marzo 1942

Lui era seduto al suo piccolo scrittoio, e di nuovo notavo che la sua testa era come un paesaggio grigio corroso dal tempo, antichissimo.
Ecco, una persona deve aver pazienza. Il tuo desiderio dev’essere come una nave lenta e maestosa che naviga per oceani infiniti, e non cerca un luogo in cui gettar l’ancora. E d’un tratto, inaspettatamente, lo trova per un momento. Ieri sera ha trovato per un poco il suo porto. Eppure sono passati solo quattordici giorni da quando ero stata così sfrenata, e l’avevo attirato a me facendo in modo che mi cadesse addosso, e poi avevo pensato che sarei morta dall’infelicità. E solo una settimana fa mi sono lasciata scivolare fra le sue braccia e in un modo o nell’altro ero poi infelice, perché in quella situazione c’era un che di sforzato. Ma quelle tappe devono pur essere stata necessarie per arrivare a questo scivolare dolcemente l’uno verso l’altro, a questa intimità, a questo esserci reciprocamente cari e buoni. Una sera come questa conserva nel ricordo tutta la sua grandezza.

Etty Hillesum – Diario 1941-1943 (Traduzione di C. Passanti)

Etty – 8 Maggio 1941

Ho scritto che mi sono confrontata col “dolore dell’Umanità”, ma non è del tutto esatto. Mi sento piuttosto come un piccolo campo di battaglia su cui si combattono i problemi, o almeno alcuni problemi del nostro tempo. L’unica cosa che si può fare è offrirsi umilmente come campo di battaglia. Quei problemi devono pur trovare ospitalità da qualche parte, trovare un luogo in cui possano combattere e placarsi, e noi, poveri piccoli uomini, noi dobbiamo aprir loro il nostro spazio interiore, senza sfuggire.
[…]
Ma non ci si può sempre perdere nei grandi problemi, non si può essere sempre come un campo di battaglia; dobbiamo poter recuperare i nostri stretti confini e continuare dentro di essi – scrupolosamente e coscienziosamente – la nostra vita limitata, mentre quei momenti di contatto quasi “impersonale” con tutta l’umanità ci rendono ogni volta più maturi e profondi.

Etty Hillesum – Diario 1941-1943 (Traduzione di C. Passanti)

Dickinson – 434

To love thee Year by Year –
May less appear
Than sacrifice, and cease –
However, dear,
Forever might be short, I thought to show –
And so I pieced it, with a flower, now.


Amarti anno dopo anno –
può sembrare meno
di un sacrificio, e uno spegnersi –
eppure,
il sempre potrebbe essere breve, vorrei mostrarti –
perciò l’ho appuntato, ora, con un fiore.

EMILY DICKINSON – POEMS, 434

Pasternak – Non ci sarà nessuno a casa

Non ci sarà nessuno a casa,
tranne il crepuscolo. Il solo
giorno invernale in un trasparente spiraglio
di cortine non accostate.

Solo bianchi biòccoli bagnati
il rapido aleggiante belenio.
Solo tetti, neve e tranne
o tetti e la neve, – nessuno.

E di nuovo arabeschi intesserà la brina,
e di nuovo mi domineranno
lo sconforto dell’anno passato
e le vicende di un altro inverno.

E mi scherniranno di nuovo per una
colpa non ancora perdonata
e una fame di legna avvinghierà
la finestra lungo la crociera.

Ma inaspettatamente per la tenda
scorrerà il tremito di un’irruzione.
Misurando coi passi il silenzio,
come l’avvenire tu entrerai.

Tu apparirai sulla soglia, indossando
qualcosa di bianco senza stranezze,
qualcosa proprio di quelle stoffe
di cui si cuciono i fiocchi di neve.

BORIS PASTERNAK – POESIE (Traduzione di A. M. Ripellino)

Etty – 1 Luglio 1942

Quando dico: in un modo o nell’altro ho chiuso i conti con la vita, non è per rassegnazione. […] No, è un vivere la vita mille volte minuto per minuto, e anche un lasciare spazio al dolore, spazio che non può essere piccolo, oggi. E fa poi gran differenza se in un secolo è l’Inquisizione a far soffrire gli uomin, o la guerra e i pogrom in un altro? Il dolore ha sempre preteso il suo posto e i suoi diritti, in una forma o nell’altra. Quel che conta è il modo con cui lo si sopporta, e se si è in grado di integrarlo nella propria vita e , insieme, di accettare ugualmente la vita. […]
Si può essere stanchi come cani dopo aver fatto una lunga camminata o una lunga coda, ma anche questo fa parte della vita, e dentro di te c’è qualcosa che non ti abbandonerà mai più.

Etty Hillesum – Diario 1941-1943 (Traduzione di C. Passanti)