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Naufrago

Naufrago
in questo privilegio
che è la mia solitudine
osservo da lontano
la risacca sulla mia vita
nel silenzio dei tigli
impollinati dall’ultima luce del giorno
torna il tocco delle tue dita
una risposta viva
tra i miei capelli
sono ancora fuga e ritorno.

¬ Anna A Sulgreto ¬

Ci inseguiamo

Ci inseguiamo

come riverberi di luce lattiginosa
sopra spazi selenici
davvero troppo lontani
quando siamo così vicini

velieri notturni
su volte assetate del mondo
– troppo liberi
perché su confini monumentali –

ma torniamo
alla ricerca del chi siamo
affamati di casa
ci troviamo
troviamo la nostra stessa vita

piantata come un chiodo che osserva
sul traliccio decorato
umanissime mani
e i loro erranti arabeschi.

¬ Anna A Sulgreto ¬

Dickinson – 434

To love thee Year by Year –
May less appear
Than sacrifice, and cease –
However, dear,
Forever might be short, I thought to show –
And so I pieced it, with a flower, now.


Amarti anno dopo anno –
può sembrare meno
di un sacrificio, e uno spegnersi –
eppure,
il sempre potrebbe essere breve, vorrei mostrarti –
perciò l’ho appuntato, ora, con un fiore.

EMILY DICKINSON – POEMS, 434

Di questa vita

Di questa vita
conosco il passaggio
il ponte con un sogno

dove si sente zampillare
come una fontana
il silenzio della notte
nel centro della piazza
e tutto si fa presenza

dove non serve afferrare
come un intarsio
ci conosciamo scavando
senza traguardi
e tutto è più vero

dove si perde
come nell’abbandono
quando si è soli a donarsi
senza corpo
e tutto diventa vitale

del resto – di questa vita
ignoro il passaggio:
si consuma lontano da qui.

¬ Anna A Sulgreto ¬

Pasternak – Non ci sarà nessuno a casa

Non ci sarà nessuno a casa,
tranne il crepuscolo. Il solo
giorno invernale in un trasparente spiraglio
di cortine non accostate.

Solo bianchi biòccoli bagnati
il rapido aleggiante belenio.
Solo tetti, neve e tranne
o tetti e la neve, – nessuno.

E di nuovo arabeschi intesserà la brina,
e di nuovo mi domineranno
lo sconforto dell’anno passato
e le vicende di un altro inverno.

E mi scherniranno di nuovo per una
colpa non ancora perdonata
e una fame di legna avvinghierà
la finestra lungo la crociera.

Ma inaspettatamente per la tenda
scorrerà il tremito di un’irruzione.
Misurando coi passi il silenzio,
come l’avvenire tu entrerai.

Tu apparirai sulla soglia, indossando
qualcosa di bianco senza stranezze,
qualcosa proprio di quelle stoffe
di cui si cuciono i fiocchi di neve.

BORIS PASTERNAK – POESIE (Traduzione di A. M. Ripellino)

Datemi gli ultimi da guardare

Datemi gli ultimi da guardare
grigi di ghiaia e ciottoli
greto ventre scivoloso
sotto l’acqua muschiosa

Da lassu’ voglio osservarli
affianco alle mie misere pene
libere dal nascondimento
che la luce sola va a cercare

tra noi – fragili contorni
di forme sempre piu uguali –
sosta un legame a far diga
alla bocca di cio’ che si perde.

¬ Anna A Sulgreto ¬