Etty – 12 Marzo 1942

Lui era seduto al suo piccolo scrittoio, e di nuovo notavo che la sua testa era come un paesaggio grigio corroso dal tempo, antichissimo.
Ecco, una persona deve aver pazienza. Il tuo desiderio dev’essere come una nave lenta e maestosa che naviga per oceani infiniti, e non cerca un luogo in cui gettar l’ancora. E d’un tratto, inaspettatamente, lo trova per un momento. Ieri sera ha trovato per un poco il suo porto. Eppure sono passati solo quattordici giorni da quando ero stata così sfrenata, e l’avevo attirato a me facendo in modo che mi cadesse addosso, e poi avevo pensato che sarei morta dall’infelicità. E solo una settimana fa mi sono lasciata scivolare fra le sue braccia e in un modo o nell’altro ero poi infelice, perché in quella situazione c’era un che di sforzato. Ma quelle tappe devono pur essere stata necessarie per arrivare a questo scivolare dolcemente l’uno verso l’altro, a questa intimità, a questo esserci reciprocamente cari e buoni. Una sera come questa conserva nel ricordo tutta la sua grandezza.

Etty Hillesum – Diario 1941-1943 (Traduzione di C. Passanti)

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