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P. Salinas – XXI

Che allegria, vivere
e sentirsi vissuto.
Arrendersi
alla grande certezza oscuramente,
che un altro essere, fuori di me,
molto lontano,
mi sta vivendo.
Che quando gli specchi, le spie,
mercurio, anime brevi, confermano
che sono qui, io, immobile,
serrati gli occhi e le labbra,
chiuso all’amore
della luce, del fiore e dei nomi,
la verità transvisibile è che cammino
senza i miei passi, con altri,
là lontano, e lì
sto baciando fiori, luci, parlo.
Che esiste un altro essere
con cui io guardo il mondo
perché sta amandomi con i suoi occhi.
Che esiste un’altra voce con cui io dico cose
non sospettate dal mio gran silenzio;
ed è che anche con la voce mi ama.
La vita – cha slancio ora! -, ignoranza
degli atti miei, che lei compie,
in cui lei vive, duplice, sua e mia.
E quando mi parlerà
di un cielo scuro, di un paesaggio bianco,
ricorderò
stelle che non ho visto, che lei guardava,
e neve che nevicava nel suo cielo.
Con la strana delizia di ricordare
di aver toccato ciò che non toccai
se non con quelle mani
che non raggiungono le mie, distanti.
E spogliato di sé potrà il mio corpo
riposare, tranquillo, morto ormai.
Morire nell’alta certezza
che la mia vita non era solo
la mia vita: era la nostra.
E che un altro essere mi vive
di là dalla non morte.

PEDRO SALINAS – LA VOCE A TE DOVUTA [A cura di Emma Scoles]


Qué alegria, vivir
sintiéndose vivido.
Rendirse
a la gran certidumbre, oscuramente,
de que orto ser, fuera de mì, muy lejos,
me està viviendo.
Que cuando los espejos, los espias,
azogues, almas cortas, aseguran
que estoy aquì, yo, immòvil,
con los ojos cerrados y los labios,
negàndome al amor
de la luz, de la flor y de los nombres,
la verdad trasvisible es que camino
sin mis pasos, con otros,
allà lejos, y allì
estoy besando flores, luces, hablo.
Que hay otro ser por el que miro el mundo
porque me està queriendo con sus ojos.
Que hay otra voz con la que digo cosas
no sospechadas por mi gran silencio;
y es que también me quiere con su voz.
La vida – qué trasporte ya! -, ignorancia
de lo que son mis actos, que ella hace,
en que ella vive, doble, suya y mìa.
Y cuando ella me hable
de un cielo oscuro, de un paisaje blanco,
recordaré
estrellas que no vi, que ella miraba,
y nieve que nevaba allà en su cielo.
Con la extrana delicia de acordarse
de haber tocado lo que no toquè
sino con esas manos que no alcanzo
a corger con las mìas, tan distances.
Y todo enajenando podrà el cuerpo
descansar, quieto, muerto ya. Morirse
en la alta confidenza
de que este vivir mìo no era solo
mi vivir: era el nuestro. Y que me vive
otro ser por detràs de la no muerte.

PEDRO SALINAS – MY VOICE BECAUSE OF YOU

P. Salinas – XXXIX

Il modo tuo d’amare
è lasciare che io ti ami.
Il sì con cui ti abbandoni
è il silenzio. I tuoi baci
sono offrirmi le labbra
perché io le baci.
Mai parole o abbracci
mi diranno che esistevi
e mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi,
mappe, telefoni, presagi;
tu, no.
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare e senza toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d’amarti solo io.

PEDRO SALINAS – LA VOCE A TE DOVUTA [A cura di Emma Scoles]


The form of your loving
is to let me love you.
The yes with which you yield to me
is silence. Your kisses
are an offering of lips
so I can kiss them.
Never words or arms
will tell me you existed,
that you loved me: never.
Blank pages tell me
maps, auguries, telephones;
not you.
I hug you
not asking you, out of fear
it may be untrue
that you live and want me.
I hug you
without looking and touching you.
Let there be no revelation
with questions or caressing
the immense solitude
of me alone loving you.

PEDRO SALINAS – MY VOICE BECAUSE OF YOU [Translated by Willis Barnstone]