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C. Campo – Nobilissimi ieri

Nobilissimi ieri,
grazie per il silenzio,
l’astensione, la santa
gnosi della distanza,
il digiuno degli occhi, il veto dei veli,
la nera cordicella che annoda ai cieli
con centocinquanta volte sette nodi di seta
ogni tremito del polso,
augusto cànone dell’amore incommosso,
la danza divina del riserbo:
incendio imperiale che accende
come in Teofane il Greco e in Andrea Diacono,
di mille Tabor l’oro delle vostre cupole,
apre gli occhi del cuore negli azzurrissimi spalti,
riveste i torrioni di Sangue…

Che prossimità si spegne
come pioggia di cenere.

CRISTINA CAMPO – Poesia pubblicata in Conoscenza religiosa [I, 1977, p.97; poesia “sacra” consegnata, insieme ad altre, da Cristina Campo alla rivista diretta da Elémire Zolla pochi giorni prima di morire]
Per queste poesie Cristina aveva preparato con cura le note che seguono. Come spiega lei stessa: “Per chi non abbia familiari i riti e gli usi della Chiesa cristiana d’Oriente (soprattutto bizantino-slava di cui si tratta qui) sembra necessaria qualche nota, sia sugli inerti liturgici bizantini e latini, sia sui riferimenti scritturali, soprattutto alcuni passi di san Paolo che legano l’una all’altra, in un modo on nell’altro, tutte le poesie”.

La nera cordicella, il rosario orientale: 150 nodi di lana e seta, formati a loro volta di sette nodi ciascuno. Lo si avvolge al polso sinistro e serve a contare le prostrazioni rituali.
Teofane il Greco, il massimo maestro delle icone di Novgorod, e il suo allievo Andrea Rublev.

[Da: La Tigre Assenza – Adelphi 239. A cura e con nota di Margherita Pieracci Harwell]


Most noble hierarchs,
thanks for the silence,
abstention, holy
gnosis of distance,
the fasting of the eyes, the veto of the veils,
the black cord that ties the sky
one hundred and fifty times seven knots of silk
each tremor of the pulse,
the august rule of untroubled love,
the divine dance of the reserve:
imperial fire that kindles,
as in Theophanes the Greek and Andrew the Deacon,
of a thousand Tabor the gold of your domes,
open the eyes of the heart on the azure glazes,
and clothes the dungeons with Blood…

That proximity extinguishes
like a shower of ashes.

Dickinson – 317

Just so – Jesus – raps –
He -doesn’t weary –
Last – at the Knocker –
And first – at the Bell.
Then – on divinest tiptoe – standing –
Might He but spy the lady’s soul –
When He – retires –
Chilled – or weary –
It will be ample time for – me –
Patient – upon the steps – until then –
Heart! I am knocking – low at thee.


Giusto così – Gesù – bussa –
lui – non si stanca –
ultimo – al battente –
e primo – al campanello.
Poi – fermo – su divine punte dei piedi –
se gli riesca di vedere l’anima della dama –
Quando lui – si ritirerà –
infreddolito – o stanco –
sarà ancora molto presto per – me –
paziente – sui gradini – fino allora –
cuore! sto bussando pian piano per te.

EMILY DICKINSON – POEMS, 317